Dichiarazione di Emma Bonino, Vice presidente del Senato: 
"Sono interamente d'accordo con le associazioni e gli enti impegnati nel sociale che in questi giorni hanno suonato l'allarme sul rischio di un parziale insuccesso dell’intervento di emersione. Preoccupazioni che avevo d'altra parte pubblicamente già espresso alla vigilia dell'introduzione del provvedimento, ad inizio agosto. Ora che ci troviamo esattamente a metà del periodo previsto dal decreto per un ravvedimento operoso da parte dei datori di lavoro, credo occorra risolvere rapidamente i problemi aperti e tentare di salvare la regolarizzazione. Per questo propongo al Governo quattro interventi prioritari che vanno nella stessa direzione dell'elenco degli interventi stilato dal Tavolo Immigrazione
RATEIZZAZIONE: la facoltà di rateizzare le migliaia di euro - tra contributo forfettario ed arretrati - previste dal decreto, può rendere questo onere più sostenibile. Diversamente, imprese e famiglie potrebbero avere difficoltà finanziarie ad aderire; oppure mettere gli immigrati nella condizione di "contribuire" per avere permesso di soggiorno e posto di lavoro. 
CERTIFICAZIONE DA ENTI A RILEVANZA PUBBLICA: chiarire al più presto cosa il decreto intenda per “organismi pubblici”, nell'assoluta convinzione che la riuscita dell'emersione sarà determinata dall'ampliamento del novero dei soggetti che possono rientrare in questa categoria, non escludendo anche il ricorso a certificazioni emesse da enti privati accreditati, e tanto meno escludendo, come sembra fare il testo della normativa, gli enti definiti di "rilevanza pubblica". 
PROROGA DEI TEMPI: già la scelta dell’apertura dei termini per inviare la dichiarazione di emersione è caduta a poco più di 1 mese dal varo del decreto, in pieno periodo estivo; in aggiunta, i regolamenti attuativi sono stati approvati e resi pubblici con estremo ritardo e in prossimità del click-day. Si rende necessario dunque una proroga del periodo di emersione a favore di una maggiore comprensione ed informazione delle possibilità offerte dal decreto. 
CAMPAGNA DI INFORMAZIONE DELLA RAI: già nel mese di luglio al Governo e ai nuovi vertici della Rai è stata segnalata forte preoccupazione per l'eventuale mancanza di adeguata informazione. Per colmare questa lacuna la Rai ha ancora modo di assumere pienamente il suo ruolo di servizio pubblico varando al più presto una campagna di informazione mirata. Il carattere restrittivo della trasposizione italiana della normativa comunitaria, così configurata, rischia di vanificare uno strumento importante offerto dall'Unione europea. Secondo lo studio della Fondazione ISMU, se regolarizzati, i 600 mila immigrati irregolari, oggi ricattati e costretti al lavoro nero, entrerebbero nella legalità e porterebbero un gettito di circa 3 miliardi di euro di contributi previdenziali. Cifra più che ragguardevole di questi tempi."